febbraio 2015

L'Università distrutta dalla sistematica impunità di pochi e dal silenzio di molti

La questione universitaria non si può comprendere se ci si ferma al singolo fatto di cronaca del giorno, cui mancano definitivi approfondimenti, come nel caso di una vicenda concorsuale salernitana oggi alla ribalta (si vedano gli articoli di Gian Antonio Stella e di Dino Cofrancesco).
Sul piano delle acquisizioni scientifiche consolidate non c'è però bisogno neppure di scomodare penalisti o criminologi per spiegare perché è la sistematica impunità di quello che, a ragione, si può definire un male cronico e crescente ad aver sfasciato l'università, distrutto ogni diritto dei nostri figli d'aver docenti capaci, azzerato la possibilità di fare ricerca competitiva nella nostra nazione.
Il problema non sta nel singolo fatto o misfatto ma nella protervia di coloro che osano attribuire colpe a chi scopre il malaffare, a chi si esprime criticamente, a chi persegue i reati, a chi espone i fatti.
Non c'è più possibilità di dialogo quando si arriva a sostenere che i danni all'accademia li provocano l'osservatorio di Tommaso Gastaldi (professore di statistica alla Sapienza, dedito alla prevenzione delle truffe concorsuali) o il periodico di Francesca Patanè (giornalista di Palermo) o lo spazio di Lucia Lazzerini (ordinario fiorentino di Filologia romanza) o il sito di Paolo Padoin (prefetto di Torino) o il blog di Giovanni Grasso (ordinario senese di anatomia).
Tutte iniziative che ricordano e richiamano quello che fanno solo rari coraggiosi giornalisti televisivi come Milena Gabanelli con Report.
E poi si rifiuta Beppe Grillo perché dice le parolacce!
Nulla da dire e firme a volontà di rettori e ministri per varare la miriade dei corsi burla e delle materie fantasma o dei cosiddetti corsi di perfezionamento e talora anche di molto sospetti master inventati, a ben guardare, per distribuire titoli fasulli a docenti e discenti (pro tempore) nella dilapidazione di risorse già allo stremo.
In poche parole si può ben dire che in tali casi è tutto finto.
Scienziati ... ma de che?!
Ma che razza di genitori sono ... che pezzi di uomini ... coloro che tacciono, mugugnano, mentono, manipolano la verità e la realtà prostituendo dignità e decoro?
Qui non c'entra un tubo né legittima alcunchè l'eventuale consenso del corpo docente perché la storia insegna che l'indecenza e l'immondizia non si combattono con maggioranze più o meno silenziose: basta rievocare la sparuta decina di eroici docenti che rifiutò di sottometter la propria inalienabile indipendenza intellettuale al Duce.
O le battaglie di Curtatone e Montanara in cui pochi valenti studenti e professori d'atenei toscani presero le armi … come ricorda il monumento nel cortile del nostro glorioso ateneo senese: exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor!
Bossi per le sue abbastanza opinabili ragioni incita ai fucili e fa il Ministro, a noi i legali amici scrivono che ci stiamo esponendo troppo con siffatte scritture: ma che schifo di società è questa?!