Università di Siena

Medicina d'Urgenza in Europa

Gruppo di Studio, di Ricerca e di Lavoro


Piante e Bacche Pericolose - sez. 7

Pervinca (Vinca minor) - Famiglia Apocynacee
Pervinca
È una erbacea perenne tipica del sottobosco, dove forma estesi tappeti sempreverdi, ma comune anche lungo i bordi delle strade. È una pianta piuttosto diffusa, coltivata sia a scopo ornamentale, soprattutto per realizzare bordure, che per l'impiego farmaceutico, per la produzione di vincristina. Alta 10-15 cm, ha un portamento strisciante e tappezzante. I fiori compaiono tra marzo e maggio, con una possibile seconda fioritura in autunno e sono caratterizzati da un bellissimo colore azzurro-violetto, denominato appunto blu-pervinca.
La pervinca è considerata una pianta tossica per il suo contenuto in vincristina, un alcaloide indolico.
In caso di assunzione di parti della pianta i sintomi precoci compaiono entro le 24 ore e sono a carico dell'apparato digerente, con nausea, vomito e febbre; quelli tardivi, nella prima settimana, consistono in cefalea, insonnia, delirio, allucinazioni, neuropatie, convulsioni e coma.

Ricino (Ricinus communis) - Famiglia Euforbiacee
È una pianta molto diffusa, impiegata a fini ornamentali per le sue grandi foglie palmate di un verde-rossastro. Dai fiori femminili, di color rosso acceso, si formano delle capsule spinose a tre comparti, contenenti una sorta di grossi fagioli di color marrone-avorio, variegati. Il tossico è la ricina, contenuta nella cuticola interna del rivestimento legnoso del seme. I sintomi possono essere precoci o anche tardivi. Se i semi sono masticati si ha un immediato bruciore alla bocca con edema della mucosa buccale e della lingua, a volte con un pericoloso rigonfiamento dell'ugola e delle strutture della base della lingua e possibilità di ostruzione respiratoria. Successivamente si sviluppano i sintomi gastroenterici. I sintomi tardivi, qualora i semi siano stati ingeriti interi, richiedono 10-24 ore per comparire e consistono in nausea, vomito, dolori addominali, diarrea muco-sanguinolenta. Possono inoltre comparire stato stuporoso, collasso circolatorio ed emolisi con complicanze renali. L'uso dell'olio di ricino, un purgante un tempo assai usato, non ha la stessa pericolosità dei semi ingeriti perchè il processo di produzione permette l'estrazione dell'olio privo della componente tossica, che rimane nel residuo di spremitura.
Ricino

Ruta (Ruta graveolens) - Famiglia Rutacee
Ruta
È una pianta erbacea perenne dall'aspetto di piccolo cespuglio. Alta fino a 80 cm, presenta la parte inferiore del fusto lignificata e foglie decorative bi o tri-fogliate di colore verde-grigio. La fioritura si verifica tra giugno ed agosto come una piccola ombrella formata da più elementi di colore giallo-verdastro. L'odore, assolutamente caratteristico che la pianta emana la fanno distinguere facilmente dall'assenzio, con cui viene occasionalmente confusa. I frutti sono delle capsule tetra o penta-lobate contenenti semi brunastri, grossolanamente verrucosi. Le foglie della ruta sono usate, in piccola quantità, come aromatizzante nei liquori a preparazione industriale o domestica. La pianta è considerata tossica per il suo contenuto in furocumarine e rutarine e per gli alcaloidi chinolonici presenti nell'olio essenziale che da essa si estrae.
È sconsigliabile toccare la pianta a mani nude per la possibilità di riportarne arrossamento, gonfiore e vesciche. L'ingestione provoca invece irritazione grave delle mucose dell'apparato digerente, talvolta associati a danni anche irreversibili dei reni e del fegato.

Sambuco (Nigra - Ebulus) - Famiglia Caprifogliacee
Il primo è un grosso arbusto o un piccolo albero molto diffuso nelle siepi e lungo i fossi ai lati delle strade. Si riconosce più facilmente in tarda primavera (maggio - giugno) quando fiorisce con grosse infiorescenze bianche a corimbi, gradevolmente profumati. In agosto-settembre maturano i piccoli frutti neri, lucenti, disposti, come il fiore, ad ombrella.
Il sambuco ebbio è invece una pianta erbacea, a stelo singolo, alta circa un metro, mai isolata ma sempre in gruppi più o meno numerosi. I fiori, di aspetto simile a quelli del sambuco nero, hanno un odore di mandorle amare; le bacche sono simili.
Entrambe le piante, ma maggiormente l'ebbio, hanno proprietà lassative; in elevata quantità possono causare una diarrea severa e dolori addominali.
Sambuco

Veratro (Veratrum spp.) - Famiglia Liliacee
Veratro
Ne esistono numerose specie ma nei pascoli montani dell'Europa centrale e meridionale si incontrano prevalentemente Veratrum album e Veratrum niger. Il veratro è una pianta erbacea perenne con rizoma carnoso e i fiori estivi raccolti in pannochie terminali. Erroneamente confuso con la genziana, che però ha le foglie opposte invece che alterne, può essere raccolto e utilizzato per la preparazione casalinga di liquori e tisane. La niespilver è una polvere starnutatoria in commercio in Europa che può contenere della polvere estratta dal rizoma del veratro bianco. L'ingestione di parti della pianta, di tisane preparate con essa o l'inalazione della polvere possono scatenare la sintomatologia caratteristica: soprattutto il vomito spontaneo, che per la sua precocità limita gli effetti sistemici; possono associarsi nausea, vertigini, sudorazione profusa e fredda e il rallentamento della frequenza cardiaca.

Vischio (Viscum album) - Famiglia Lorantacee
Il vischio è un sempreverde che cresce come semiparassita, generalmente sugli alberi a foglia caduca (meli, peri, etc.) ma talvolta anche sulle conifere. È caratterizzato da radici (dette austori) che penetrano nel legno della pianta parassitata da cui derivano nutrimento e ancoraggio.
Vischio