Università di Siena

Medicina d'Urgenza in Europa

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Piante e Bacche Pericolose - sez. 1

Aconito (Aconitum napellus) - Famiglia Ranuncolacee
Aconito
È una pianta spontanea perenne, alta fino ad un metro e mezzo. Diffusa nelle regioni montagnose, cresce bene sia sui terreni umidi dei boschi di collina, sia sui terreni concimati nei dintorni di stalle o letamai dei pascoli montani.
È una pianta molto bella la cui fioritura si verifica fra luglio e settembre con fiori a forma di elmo, generalmente di colore blu scuro. Numerose sfumature dei colori che variano dal blu al giallo sono possibili, risultato delle varietà ottenute dai vivaisti. Attenzione particolare deve essere fatta alle radici tuberose e profondamente sotterranee, occasionalmente confuse con quelle delle rape o di altre commestibili.
Tutte le parti della pianta e in particolare le radici sono tossiche per il contenuto in alcaloidi, il principale dei quali è l'aconitina.
Se parti della pianta vengono ingerite, immediata è la comparsa del prurito che dalla bocca si estende a tutto il volto, seguito da sensazione di freddo, sudorazione, dilatazione delle pupille, vomito, diarrea sanguinolenta e grave affaticamento. A volte si sono avuti intossicazioni e fenomeni irritativi locali solo tenendo un mazzo di questa pianta nelle mani, perchè i principi attivi vengono assorbiti anche attraverso la pelle.
Casi di avvelenamenti del bestiame sono stati riportati anche dalla medicina veterinaria.
A dimostrazione della pericolosità del veleno contenuto nella pianta, si ricorda che anticamente in India le punte delle frecce venivano intinte con il succo delle radici.

Alchechengi (Physalis alkekengi) - Famiglia Solanacee
Appartenente alla numerosa famiglia delle Solanacee, l'alchechengi è una pianta erbacea perenne, che origina da un rizoma strisciante profondamente interrato: questa caratteristica ne permette la propagazione e la rivegetazione dopo la stasi invernale.
La fioritura avviene fra giugno e agosto con piccoli fiori biancastri situati all'ascella delle foglie. Il frutto, commestibile quando è maturo (settembre), è una bacca rosso-arancio vivo, dolce, acidula, delle dimensioni di una piccola ciliegia; è racchiusa in un involucro leggero, a forma di cuore, colorato in autunno di rosso o di arancio.
L'alchechengi è comunemente coltivato nei giardini a scopo ornamentale per i suoi caratteristici palloncini rossi e rigonfi. Le bacche si possono mangiare fresche, ma vengono anche preparate candite o ricoperte di cioccolato; il rizoma e le foglie invece sono velenose per il loro contenuto in solanina.
La sintomatologia consiste in nausea, vomito, mal di testa e diarrea che compaiono entro 2-24 ore. La maggior parte dei sintomi risolve entro 24 ore, mentre la diarrea può protrarsi per più giorni.
Alchechengi

Amarillide (Amaryllis belladonna) - Famiglia Amarillidacee
Amarillide
Originaria del Sudafrica l'amarillide è una pianta alta circa 30 cm, formata da un bulbo sotteraneo, da cui originano foglie lanceolate e ricurve verso l'esterno, con al centro uno stelo che porta un gruppo di bellissimi fiori di colore rosa con striature interne bianco-giallastre gradevolmente profumati. Produce un frutto a forma di capsula a tre scomparti, contenente semi di colore nero.
Cresce bene sia nelle zone costiere, sia negli altipiani dell'interno. Molto apprezzata per la bellezza dei suoi fiori profumati, è diffusa come pianta da appartamento e da serra, con numerose cultivar ornamentali.
Sono tossiche tutte le parti della pianta e principalmente i bulbi per il loro contenuto in alcaloidi, il più importante dei quali è la bellamarina.
I sintomi dell'intossicazione sono rappresentati da vomito, diarrea, tremori e convulsioni. Sono finora riportati solo quadri d'intossicazione lieve negli uomini ed esclusivamente in Sudafrica, mentre negli animali il quadro può presentarsi di grave entità con narcosi, convulsioni, collasso, coma e occasionalmente con insufficienza epatica.
Presso le popolazioni primitive l'estratto dei bulbi in mistura con altre piante veniva impiegato per avvelenare le punte delle frecce.

Aquilegia (Aquilegia vulgaris) - Famiglia Ranuncolacee
Chiamata anche amore perfetto o amor nascosto è una pianta che ha goduto di molta fortuna in epoche più romantiche dell'attuale.
È una pianta erbacea perenne la cui parte vegetativa scompare completamente nella stagione fredda, per poi germogliare nuovamente alla fine dell'inverno. In primavera avanzata compaiono i fiori, molto particolari, costituiti da uno sperone uncinato paragonato al becco o agli artigli dell'aquila, da cui il nome comune della pianta.
Predilige terreni freschi e ombrosi, come boschi e prati, ma è ampiamente coltivata a scopo ornamentale, per i suoi fiori, che nei nuovi ibridi presentano associazioni di colore molto particolari.
L'aquilegia è una pianta velenosa per il suo contenuto in glicosidi cardioattivi. Tali sostanze danneggiano principalmente il cuore e provocano crampi, difficoltà respiratorie e aritmie.
Aquilegia

Bella di notte (Mirabilis jalapa) - Famiglia Nyctaginacee
Bella di notte
Pianta molto diffusa che si dissemina spontaneamente e con estrema facilità. È coltivata per i fiori, piacevolmente profumati; insieme al profumo del gelsomino costituisce le nota caratteristica delle notti d'estate.
I problemi tossici conseguono di solito alla ingestione dei semi: neri, a superficie rugosa, delle dimensioni di un grano di pepe.
La sintomatologia consiste in dolori addominali, nausea e vomito; a volte associati a sintomi neurologici come confusione mentale, delirio, dilatazione delle pupille.