Università di Siena

Medicina d'Urgenza in Europa

Gruppo di Studio, di Ricerca e di Lavoro


Piante e Bacche Pericolose - sez. 5

Giusquiamo nero (Hyoscyamus niger) - Famiglia Solanacee
Giusquiamo nero
È una pianta tipica delle località a clima asciutto; spontanea, diventa talvolta infestante nei terreni ricchi di sostanze azotate, ma cresce anche sui terreni poveri; così si può trovare fra i cumuli di macerie, nelle discariche o ai margini dei terreni coltivati. è una pianta a ciclo biennale, talvolta anche annuale che raggiunge fino al mezzo metro di altezza. È caratterizzata da fusto vischioso, provvisto di peli ghiandolari; le foglie alterne con margine sinuoso e dentato ricoprono numerose il fusto. I fiori, presenti fra giugno e settembre, situati all'ascella delle foglie apicali, sono di colore giallo opaco o giallo-crema con venature violette. Il frutto, caliciforme, contiene un grande numero di semi brunastri, a forma di rene. Tutte le parti della pianta sono tossiche. Specialmente pericolosi sono le foglie e i semi che contengono alte concentrazioni di due alcaloidi: L-giusquiamina e scopolamina. Quest'ultima riproduce i sintomi della atropina e quindi il quadro tossicologico è costituito dalla sindrome anticolinergica (v. belladonna). Non sono noti casi di avvelenamento in animali.

Glicine (Wistaria sinensis) - Famiglia Papilionacee
Pianta rampicante originaria dalla Cina, assai robusta e longeva, che si fa notare fin dall'inizio della primavera per il profumo intenso e gradevole dei suoi fiori lilla o bianchi che si raccolgono numerosi in grappoli penduli. Rifiorisce anche, con pochi grappoli isolati, in tarda estate. Le parti tossiche sono i semi e la radice. In caso di ingestione i primi sintomi sono simili a quelli di una gastroenterite: vomito e dolori addominali con diarrea, congestione del volto e dilatazione pupillare.
Glicine

Lauroceraso (Prunus laurocerasus) - Famiglia Rosacee
Lauroceraso
È un arbusto dal fogliame lucido e verde brillante impiegato comunemente per le siepi. I fiori bianchi e profumati disposti in racemi, danno luogo a drupe nerastre, simili a piccole olive nere velenose. In caso di ingestione, il quadro tossico può comparire nell'adulto per l'ingestione di almeno 50 frutti, mentre per il bambino ne sono sufficienti già 10. Attenzione alle foglie, anche queste tossiche ed impropriamente utilizzate in passato per ottenere l'acqua di lauroceraso, nota per le sue proprietà espettoranti. I sintomi sono il rossore del volto, l'intensa difficoltà respiratoria, il vomito e la progressiva alterazione della coscienza fino al coma.

Maggiociondolo (Laburnum anagyroides) - Famiglia Leguminose
Il nome comune esprime sinteticamente le caratteristiche salienti di questa pianta. È un alberello a foglia caduca che in maggio si adorna di grappoli penduli simili a quelli del glicine, ma di colore giallo. In estate essi lasciano il posto ad un baccello piatto contenente dei semi marrone. I semi sono molto più tossici delle foglie. Un solo seme può determinare una sintomatologia tossica consistente in crampi muscolari, sudorazione e allucinazioni.
Maggiociondolo

Mandorlo Amaro (Prunus amygdalus) - Famiglia Rosacee
Mandorlo Amaro
È un albero alto fino a 5-7 metri, abbondantemente ramificato, con la corteccia del tronco screpolata da fenditure longitudinale. Originario dell'Asia è coltivata diffusamente nell'Italia centro-meridionale, dalla fascia costiera fino alla zona submontana. Questa pianta è caratterizzata da una fioritura che precede la comparsa delle foglie, con fiori molto numerosi, dal bianco al rosa. I frutti sono delle drupe con la superficie esterna verde, coperta da una fitta peluria. In piena estate, a maturità completata, i frutti presentano l'essicamento della porzione esterna, residuandone un nocciolo di forma oblunga, contenente uno, più raramente due semi ovali noti come mandorle.
Non esiste una differenza morfologica tra le varietà di mandorle dolci e quelle amare. Peraltro queste ultime contengono glicosidi cianogenici (fino al 5% di amigdalina) che possono causare il quadro dell'intossicazione da cianuri. La sintomatologia consiste in vomito immediato e dolore in sede addominale alta, seguiti da respiro affannoso, non associato a colorito cianotico. Il respiro diventa successivamente più rallentato con sincope, letargia, convulsioni e coma. Anche due o tre semi, che non sono in grado di causare l'intossicazione negli adulti possono essere molto pericolosi per un bambino. Altri semi di piante del genere Prunus contengono amigdalina: sono potenzialmente letali per un adulto, oltre a quindici semi di mandorle amare, circa trenta semi di pesca o trecento semi di albicocca.