Università degli Studi di Siena

Università degli Studi di Siena

Dipartimento di Scienze Medico-Legali e Socio-Sanitarie
  • Medicina legale
  • Prof. Cosimo Loré

La medicina legale di fronte al fenomeno della condotta malpratica medica tra codice deontologico e codice penale

Cosimo Loré

Dopo le parole di un Maestro come Mauro Barni non è facile proseguire l'analisi di un tema così originale e al tempo stesso essenziale in tante dinamiche sociali, private e pubbliche, perchè malgrado radicati equivoci e arcaiche credenze la medicina legale risulta strumento indispensabile e decisivo nella definizione di questioni fondamentali e nella composizione di contrasti drammatici che caratterizzano tutta l'umana esistenza.

Ma essendo Mauro Barni il mio Maestro ho imparato ad affrontare con metodo scientifico ogni difficoltà anche se insita nella analisi di leggi in vigore od in fieri come pure connessa alle indagini su singole fattispecie sia in ambito penale che civile sia sotto il profilo assicurativo sociale che privato.

Lo faccio volentieri anche se il tema proposto è insolito e delicato posto che propone una valutazione di noi stessi, delle nostre attività, della disciplina che coltiviamo; e motivo non secondario di emozione sta anche nella sede di questo incontro che è quella dei padri ed anche di colei che è qui come sempre a me vicina e grazie alla quale mi è stato possibile vivere per intero e dare senso alla mia esperienza esistenziale.

È quindi da un grande onore ma anche da un profondo sentimento che sono animato nell'incontrare qui amici cari come Franco Introna che in terra di Puglia opera e direi milita da sempre fornendo il suo costante elevato contributo di scienziato e di esperto nella medicina legale, sostegno e riferimento per tutti coloro, magistrati e medici, avvocati e assicuratori, cittadini comuni, che alla consulenza del medico legale autorevole ricorrono.

E poi come non rivolgersi a chi dalle pagine quotidiane dei giornali pugliesi ha per una vita avvicinato il grande pubblico ai problemi che la nostra materia affronta e mi riferisco all'amico Prof. Nicola Simonetti che dalle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno ha curato con grande perizia le questioni sanitarie corroborandole con una cultura medica e medico-legale degne di plausi accademici e di attenzioni politiche e non rilevabili facilmente in altre regioni.

E infine il perfetto padrone di casa, l'amico di sempre, il carissimo Pippi Cerfeda, la cattedra leccese di medicina legale, affermazione che mi permetto viste la saggezza e la sapienza che hanno caratterizzato la sua ormai lunga attività di scrittore della medicina legale, sia in forma di elaborati scientifici che peritali che giornalistici.

Bravo Pippi e grazie Pippi per aver voluto mettere sul tavolo oggi un tema sui generis quale è quello della responsabilità professionale del medico legale: troppe volte ci assumiamo il ruolo, talora improprio od ultraneo rispetto a fini e confini della disciplina, di giudici e censori, mentre la nostra valenza scientifica ci dovrebbe far restare sempre attenti e critici osservatori della umana realtà ed esenti da velleitarismi sia giustizialisti che pietistici, sempre comunque e dovunque rispettosi della dignità umana e del rigore metodologico.

Valutiamoci per poter valutare: è questo il messaggio chiaro e netto che ci hai fatto pervenire e che ora qui hai voluto ribadire all'apice ma non al termine della tua prestigiosa carriera di studioso e di esperto. In onore ed in omaggio a questo tuo invito risponderà, data la ristrettezza dei tempi, citando un caso che dovrebbe farci tutti riflettere quando siamo chiamati a fornire lumi scientifici agli operatori di un altro pianeta, quello del diritto, magistrati ed avvocati, per il conseguimento di quelle decisioni giuridiche derivanti da necessità procedurali volte a soddisfare esigenze manichee di divisione dei casi umani in bianchi e neri, buoni e cattivi, colpevoli e innocenti, condannati ed assolti.

Mi riferisco evidentemente all'ambito cruciale che vede l'applicazione dei codici penale e di procedura penale tradursi in veri psicodrammi e troppe volte in tragici equivoci nella comunicazione orale o scritta tra operatori e professionisti che parlano linguaggi troppo diversi, lontani e spesso conflittuali: basti pensare quanto, contrariamente al diritto, la medicina sia l'ambito della incertezza e della ipotesi, della soggettiva stima probabilistica e della clamorosa imprevista eccezione.

Il caso che qui propongo solo attraverso brevi accenni è effettivamente emblematico e da la sgradevole sensazione che non di una rarità si tratta ma addirittura di una prassi che vede sovente improvvisati periti confrontarsi frettolosamente con realtà di cui non colgono nè gli aspetti umani nè quelli scientifici come gli atti in oggetto inconfutabilmente dimostrano.

E non è la predica cattedratica quella che voglio farvi ma una umile considerazione pensando con raccapriccio a quel che potrebbe occorrere ad ognuno di noi per circostanze sfortunate che portassero ad essere esaminati da siffatti pseudoesperti.

La perizia in effetti come la consulenza non dovrebbe come ogni elaborato medico-legale essere animata nè da saccenza nè da superficialità ma suffragata da elementi oggettivi analizzati con prudenza critica e colta analisi da parte di colui che in ogni caso non dovrebbe essere nè sentirsi "di parte" ma sempre dalla parte di una disciplina che impone grande cultura medica ma soprattutto massima serietà e notevole passione, onestà intellettuale e spirito investigativo.

Bene ha detto Barni, con il suo magistrale sarcasmo, enunciando ed elencando le varie modalità con cui oggi la medicina si esprime e si appalesa, dalla eminenza alla veemenza, dalla eloquenza alla provvidenza, dalla diffidenza alla insofferenza e alla confidenza, ricordando che "non vi sono alternative serie alla evidenza applicata alla medicina legale" !

L'evidenza naturalmente scientifica, cui non si può supplire nè con l'eminenza nè con la veemenza nè con il buon senso, "doti che erano quelle del vecchio medico legale e anche del vecchio avvocato difensore".

Da qui può scaturire l'antidoto alla irresponsabilità troppe volte constatabile anche nel medico legale e la sua legittimazione di scienziato e di perito, funzione quest'ultima ardua proprio quando l'oggetto della indagine è la malpratica medica per cui valgono sempre i superiori riferimenti della difficoltà della professione e della incertezza della diagnosi e della terapia e della necessità di provare la colpa attenendosi alla antica massima latina dell'"in dubio pro reo".

Per i contenuti del caso davvero sconcertante qui fatto intravedere rimando alla lettura delle pagine web reperibili all'indirizzo http://www.scienzemedicolegali.it (oltre che della Rivista Italiana di Medicina Legale edita dalla Giuffrè e diretta magistralmente dal Prof. Francesco Introna, pugliese di Mola di Bari, che giustamente non si stanca di lamentare la scarsa attenzione dei molti medici legali italiani a questo riferimento irrinunciabile per chiunque voglia aggiornarsi, informarsi ed ispirarsi per un più corretto esercizio della attività peritale).

Chiudo con un grande abbraccio a tutti gli amici medici, magistrati, medici legali, avvocati che affollano questa sala ormai a noi ben nota del prestigioso Ordine dei Medici di Lecce, oggi presieduto dall'illustre veterano della medicina salentina, l'amico Franco Leo degno successore di Gino Pepe, medico e politico, salentino verace e amico genuino, riferimento nazionale nel mondo sanitario: ad entrambi un grande grazie ed un affettuoso arrivederci.